ANTONELLO (Porcinonero) grande amante della pesca ed eccellente pescatore, stà allestendo la sezione SCHEDE PESCI.
Sarà un lavoro lungo, molto semplice ma altrettanto interessante.
Le schede sintetiche e chiare, avranno lo scopo di illustrare e di far conoscere le specie di pesci che popolano i nostri mari.
EVOLUZIONE E VARIETÀ DELLE SPECIE
CARATTERISTICHE FISICHE
RIPRODUZIONE
ECOLOGIA
VALORE ECONOMICO
CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA
INTRODUZIONE
Pesci Gruppo di vertebrati acquatici privo di valore
tassonomico, comprendente la superclasse degli agnati (lamprede e missine), e le
classi dei condroitti (squali, razze e chimere) e degli osteitti (pesci ossei).
Sebbene non esistano caratteri comuni a tutti i membri di questo gruppo, si può
affermare che la maggior parte di essi, allo stadio adulto, ha un corpo
fusiforme ricoperto di scaglie, possiede branchie per la respirazione e pinne
per la locomozione in acqua.
Si conoscono oggi circa 22.000 specie viventi
di pesci, che costituiscono più della metà delle attuali specie di vertebrati
(gli anfibi, i rettili, gli uccelli e i mammiferi viventi comprendono,
nell’insieme, 21.500 specie). Si ritiene tuttavia che esistano forme non ancora
note, che porterebbero il numero totale di pesci viventi a circa 28.000
specie.
I pesci più antichi di cui siano pervenute
testimonianze fossili erano forme prive di mascelle (agnati), vissute nel
periodo ordoviciano, vale a dire tra 500 e 430 milioni di anni fa. Erano di
piccole dimensioni, raramente più lunghi di qualche centimetro, e possedevano
branchie alloggiate in una serie di tasche laterali. I primi pesci dotati di
mascelle si evolvettero nel periodo devoniano, la cosiddetta età dei pesci, e
divennero la forma di vertebrati dominante negli habitat marini e d’acqua dolce.
Le principali linee evolutive di pesci, che portarono in seguito alla comparsa
dei condroitti da una parte e degli osteitti dall’altra, comparvero nell’ultima
parte di questo periodo.
In generale il corpo dei pesci è moderatamente
compresso ai lati e affusolato in corrispondenza della coda e della testa; è
sostenuto dalla colonna vertebrale e presenta una muscolatura segmentata, che
consente al pesce di muoversi in modo efficiente nell’ambiente acquatico. È
dotato di pinne, che sono formate da membrane sorrette da raggi o spine e che
hanno funzione propulsiva o di orientamento. Una o più pinne dorsali sono
situate lungo la linea mediana del dorso. Una pinna caudale si trova
all’estremità posteriore dell’animale e nella maggior parte delle specie
rappresenta l’organo propulsore. Una o più pinne anali sono situate sulla linea
mediana ventrale fra l’ano e la coda. Esistono, poi, due paia di pinne laterali:
le pinne pettorali, di solito disposte sui fianchi dietro alle aperture
branchiali, e le pinne pelviche, situate fra la testa e l’ano a livello
addominale.
Grande, nei pesci, è la varietà di forme e
dettagli anatomici: dalla forma a serpente delle anguille a quella sferica dei
pesci palla, a quella appiattita delle sogliole. A seconda delle diverse nicchie
ecologiche occupate, i caratteri fondamentali possono risultare modificati o
assenti: alcune specie sono prive di branchie, di pinne e di squame ed esistono
casi di specie anfibie, capaci di trascorrere lunghi periodi fuori
dall’acqua.
Le diverse specie variano molto anche per
dimensioni: si passa dai pochi millimetri del gobide Pandaka pygmea,
recentemente scoperto nell’oceano Indiano, ai 15 m di lunghezza dello squalo
balena. Quanto alla colorazione, in generale è più chiara sul ventre e più scura
sul dorso, caratteristica che favorisce la mimetizzazione nell’ambiente
acquatico: il dorso scuro, che si confonde più facilmente con il buio dei
fondali, sfugge ai predatori che guardino dall’alto verso il basso; il ventre
chiaro, che si confonde con la luminosità della superficie, risulta meno
visibile ai predatori che guardino dal basso verso l’alto.
I colori variano molto; la maggior parte dei
pesci tropicali, e in particolare i pesci farfalla (chetodontidi), presentano
colorazioni molto brillanti, che possono servire come criteri di riconoscimento
tra individui della stessa specie oppure, nel caso di pesci velenosi, come
avvertimento rivolto a potenziali predatori. Molti pesci, inoltre, sono capaci
di alterare in modo marcato la colorazione del proprio corpo per confondersi con
l’ambiente circostante.
Alcuni pesci dispongono di organi e strutture
specializzate per particolari sistemi di difesa o di predazione. Fra questi si
ricordano le specie di profondità come il pesce lanterna, che è munito di organi
luminescenti con cui attirare le prede, e le rane pescatrici (lofiiformi);
queste ultime giacciono sul fondo degli oceani catturando le prede con una sorta
di canna da pesca costituita dal primo raggio della pinna dorsale recante
all’estremità una piccola protuberanza carnosa che pende davanti alla
bocca.
3. 1. Scaglie |
Il corpo della maggior parte dei pesci è
coperto di uno strato di scaglie disposte in file embricate, ossia parzialmente
sovrapposte come le tegole di un tetto, e coperte da un’epidermide sottile. In
un certo numero di specie le scaglie si sviluppano in modo da formare placche
ossee; in altre, ad esempio negli anguilliformi, le scaglie sono tanto piccole
da creare l’effetto di una cute liscia; in altre ancora, ad esempio nei
siluridi, sono pressoché assenti.
Esistono quattro tipi di scaglie, diverse
per forma e composizione chimica: le scaglie ganoidi sono di forma romboidale e
coperte di uno strato simile a smalto; le scaglie cicloidi sono tondeggianti con
margini smussati; le scaglie ctenoidi, anch’esse arrotondate, hanno margini
esterni seghettati; le scaglie placoidi, infine, sono tipiche dei pesci
cartilaginei, caratterizzate da una piccola base su cui si innesta un dentello
sporgente. L’epidermide contiene le cellule pigmentate, che conferiscono al
pesce il colore, e quelle ghiandolari, che secernono il muco con cui viene
lubrificata la superficie corporea.
2. Scheletro |
Il rivestimento esterno di scaglie che
ricopre la maggior parte dei pesci costituisce una sorta di esoscheletro, vale a
dire di struttura esterna con funzioni di protezione e sostegno. In qualità di
vertebrati, poi, i pesci sono dotati di un endoscheletro, che consiste di un
cranio con mascelle armate di denti, di una colonna vertebrale, di un certo
numero di costole e di una serie di strutture ossee che sostengono le pinne. Nei
pesci ossei più antichi, di cui oggi sopravvivono solo pochi esemplari (tra cui
gli storioni), lo scheletro era in larga misura cartilagineo e non osseo.
3. Organi nterni |
L’apparato digerente di un pesce si compone
di bocca, con denti di forma variabile a seconda del tipo di alimentazione,
faringe, esofago, stomaco e intestino, che termina nell’apertura anale. Tutti i
pesci, inoltre, sono dotati di pancreas e fegato.
L’apparato respiratorio consiste in genere
di una serie di fessure branchiali che mettono in comunicazione la faringe con
le camere branchiali su ciascun lato del corpo, posteriormente alla testa.
Queste camere contengono le branchie, lamine o filamenti sottili ricchi di
capillari sanguigni, a livello dei quali hanno luogo gli scambi gassosi della
respirazione: quando il pesce inghiotte l’acqua e la espelle attraverso le
branchie, l’ossigeno in essa disciolto passa nel sangue attraverso le sottili
membrane branchiali, mentre l’anidride carbonica passa dal sangue all’acqua. In
talune specie, ad esempio nei dipnoi, il pesce può respirare anche l’aria
atmosferica per mezzo di polmoni ben sviluppati, ricavati dall’evoluzione della
vescica natatoria.
Moltissimi osteitti dispongono di un organo
per la regolazione del galleggiamento a profondità diverse. Si tratta di una
sacca detta vescica natatoria, che si origina come diverticolo del canale
alimentare; si riempie di ossigeno e azoto provenienti dall’aria (se la
connessione con il canale alimentare viene mantenuta) o dal sangue (nel caso in
cui tale connessione vada perduta nel corso dello sviluppo). La principale
funzione di quest’organo consiste nell’adattare il pesce alle variazioni di
pressione a diverse profondità, in modo tale che l’animale possa mantenersi alla
profondità desiderata senza sforzo. Nelle specie che vivono in acqua salmastra o
in acque dolci soggette a secche periodiche, la vescica natatoria si trova
spesso modificata in un organo respiratorio capace di prelevare ossigeno
atmosferico dall’ambiente.
Nella maggior parte dei pesci l’apparato
circolatorio è semplice ed è formato da un cuore a due sole camere (un atrio e
un ventricolo), che spinge il sangue nelle branchie, quindi alla testa e da
questa al resto del corpo, attraverso un’arteria principale situata subito sotto
la colonna vertebrale. La velocità del sangue circolante è inferiore rispetto a
quella degli altri vertebrati.
4. Muscolatura |
I principali muscoli del corpo di un pesce
sono disposti lungo i fianchi, in corrispondenza del tronco e della coda. Ogni
massa muscolare è composta da una serie di segmenti detti miòmeri. Nel nuoto la
contrazione coordinata dei segmenti, l’uno dopo l’altro dall’estremità cefalica
a quella caudale di ciascun lato, imprime alla pinna caudale un movimento
ondulatorio. Fanno eccezione alcuni tipi di pesci dal corpo anguilliforme, che
nuotano imprimendo un movimento serpentino al corpo, e altri che traggono la
propulsione necessaria dalle pinne, senza che il resto del corpo contribuisca in
modo sostanziale. Piccoli muscoli controllano il movimento della bocca, delle
branchie, delle pinne e degli occhi.
5. Sistema nervoso e organi di senso |
Il sistema nervoso centrale della maggior
parte dei pesci è costituito dal cervello e dal midollo spinale; la forma e le
dimensioni delle diverse parti del cervello variano sensibilmente da specie a
specie.
Gli occhi presentano cornea appiattita e
cristallino quasi sferico, che viene allontanato o avvicinato alla retina per la
messa a fuoco di oggetti posti a distanze diverse; nelle specie di profondità,
che vivono nella completa oscurità, gli occhi sono rudimentali o assenti. Quanto
all’udito, in assenza di orecchio esterno le vibrazioni sonore sono trasmesse
attraverso le ossa del cranio a un orecchio interno che contiene tre canali
semicircolari e che funge anche da organo dell’equilibrio. Gli odori sono
percepiti mediante un paio di narici; molti pesci rilevano gli stimoli chimici
mediante organi di senso o tentacoli (barbigli) situati intorno alla bocca o su
altre parti del corpo.
I pesci dispongono infine di un organo di
senso esclusivo, chiamato organo della linea laterale, costituito da canali che
corrono lateralmente lungo tutta la lunghezza del corpo e che sono collegati con
l’esterno mediante piccoli pori. La funzione principale della linea laterale
consiste nel percepire la direzionalità del movimento dell’animale rispetto
all’acqua; in alcune specie quest’organo può anche rilevare la presenza di
deboli campi elettrici.
I pesci si riproducono con modalità diverse.
La maggior parte di essi ha sessi separati; non mancano, tuttavia, le specie
ermafrodite: ciò significa che lo stesso individuo sviluppa sia le ovaie sia i
testicoli, contemporaneamente o in stadi diversi della vita adulta. Nell’ordine
dei lofiiformi si osservano inoltre casi di parassitismo sessuale: il maschio,
molto più piccolo della femmina, si attacca permanentemente al corpo di questa
traendo le sostanze nutritive di cui ha bisogno dal suo sistema circolatorio; in
cambio fornisce alla femmina la garanzia dell’accoppiamento, in un ambiente –
quello degli abissi marini – in cui sarebbe estremamente difficile trovare un
partner sessuale.
I pesci sono in gran parte ovipari, cioè
producono uova che si sviluppano all’esterno del corpo della femmina. Le specie
che disperdono le uova in acque aperte spesso ne producono un numero prodigioso:
un merluzzo può produrre fino a sette milioni di uova. Altri pesci ovipari, come
i salmoni del Pacifico del genere Oncorhynchus, possono intraprendere
eccezionali migrazioni per raggiungere il luogo di deposizione delle uova. Dopo
la schiusa, di solito le uova vengono abbandonate; solo in alcuni casi si
osservano elaborate cure parentali, che possono comportare la difesa del nido o
del territorio; in Amia calva e in alcune specie di ciclidi africani i
genitori proteggono gli avannotti accogliendoli nella bocca (incubazione orale)
quando incombe la minaccia di un predatore.
I pesci detti vivipari hanno fecondazione
interna e danno alla luce forme giovanili a uno stadio di sviluppo avanzato. Si
può osservare la viviparità negli squali, nei celacanti e in comuni pesci
d’acquario come Poecilia reticulata e le specie del genere
Mollienisia. Alcune specie, infine, sono ovovivipare: le uova si
schiudono nell’ovidutto della femmina, che dà quindi alla luce individui giovani
perfettamente formati.
I pesci occupano ogni genere di habitat
acquatico: si va dalle acque del lago più elevato del mondo, il lago Titicaca
(3.810 m sul livello del mare), in cui abbondano i ciprinodontidi, a quelle del
lago più profondo, il lago Bajkal (1.637 m), e degli abissi oceanici fino a
7.000 m di profondità. In una sorgente idrotermale messicana vive un
ciprinodontide che tollera temperature di 45 °C, e i pesci dell’Antartico
sopportano una temperatura di circa –2 °C. A questa temperatura l’acqua di mare
non ghiaccia in virtù dell’elevata concentrazione di sali, e i pesci
sopravvivono grazie a una sostanza con proprietà anticongelanti contenuta nel
loro sangue.
Si trovano pesci nelle acque dolci quasi pure
e pesci in acque con concentrazioni saline quattro volte superiori a quella
media del mare. Le specie che vivono nelle grotte possono trascorrere tutta la
vita nella completa oscurità, mentre quelli che vivono nei bacini d’acqua
localizzati in aree desertiche sopportano una quantità eccezionale di radiazioni
solari. Un gruppo di pesci annuali sudamericani sopravvive all’essiccamento
periodico, trascorrendo la stagione secca sotto forma di uova dormienti che si
schiudono e si sviluppano all’arrivo della stagione umida.
Il massimo numero di specie marine vive nelle
acque tropicali, soprattutto in prossimità delle barriere coralline. La più
grande varietà di specie d’acqua dolce, invece, si trova nei grandi laghi
africani e nei corsi d’acqua delle foreste pluviali tropicali, soprattutto nel
bacino amazzonico del Sud America.
I pesci rappresentano una delle principali
fonti di proteine animali per l’alimentazione umana. Inoltre, da essi si
ricavano prodotti fertilizzanti azotati, oli dal fegato (una delle fonti più
ricche di vitamina D) e mangimi per gli animali d’allevamento. Le scaglie dei
pesci sono usate nella fabbricazione delle perle artificiali. La colla di pesce,
una forma di gelatina, viene preparata dalla vescica natatoria di alcune
specie.
I pesci costituiscono un gruppo privo di
valore tassonomico; il gruppo comprende le due superclassi degli agnati e degli
gnatostomi; quest’ultima è a sua volta suddivisa nelle classi dei condroitti e
degli osteitti.
Classificazione dei pesci
ORDINE | ESEMPI |
Superclasse: Agnati (vertebrati privi di mandibole) | |
Classe: Ciclostomi (pesci senza scaglie e con bocca rotonda) | |
Petromizontiformi | Lampreda |
Missiniformi | Missina |
Superclasse: Gnatostomi (vertebrati provvisti di mandibole) | |
Classe: Condroitti (pesci cartilaginei) | |
Sottoclasse: Elasmobranchi (squaliformi e raiformi) | |
Carcariniformi | Palombo, gattuccio |
Esanchiformi | Squalo capopiatto |
Eterodontiformi | Squalo di Port Jackson, squalo zebra testa di toro |
Lamniformi | Mako, smeriglio |
Squaliformi | Spinarolo, zagrino, sagri |
Pristioforiformi | Squalo sega |
Orectolobiformi | Squalo nutrice, squalo balena, squalo tappeto |
Raiformi | Razza, manta, pastinaca |
Sottoclasse: Olocefali | |
Chimeriformi | Chimera |
Classe: Osteitti (pesci ossei) | |
Sottoclasse: Sarcopterigi (pesci con pinne lobate) | |
Celacantiformi | Celacanto |
Ceratodiformi | Pesce polmonato australiano |
Lepidosirenifomi | Pesce polmonato africano e sudamericano |
Sottoclasse: Actinopterigi (pesci con pinne raggiate) | |
Polipteriformi | Pesce anguilla, biscir |
Acipenseriformi | Storione, pesce spatola |
Amiiformi | Amia calva |
Superordine: Teleostei | |
Elopiformi | Tarpone atlantico |
Anguilliformi | Anguilla, biscia di mare, grongo, murena |
Notacantiformi | Notacanto |
Clupeiformi | Aringa, acciuga |
Osteoglossiformi | Arapaima, pesce farfalla africano |
Mormiriformi | Pesce elefante |
Salmoniformi | Salmone, trota, luccio |
Gonorinchiformi | Gonorinco |
Cipriniformi | Carpa, barbo, cavedano, scardola, piranha |
Siluriformi | Pesce gatto, pesce siluro, claride botrace, molatteuro |
Mictofiformi | Pesce lanterna, elettrona, ala filosa, barracudina |
Percopsiformi | Ambliopside, Aphredoderus sayanus |
Batracoidiformi | Rospo marino |
Gobiesociformi | Succiascoglio |
Lofiiformi | Rana pescatrice, pesce porco |
Gadiformi | Merluzzo, eglefino, nasello, musdea, bottatrice |
Ateriniformi | Latterino, pesce re, aguglia, pesce volante |
Lampridiformi | Pesce falce, pesce nastro, pesce liocorno |
Bericiformi | Berice rosso, pesce specchio |
Zeiformi | Pesce San Pietro, pesce tamburo |
Gasterosteiformi | Spinarello, pesce beccaccino |
Sinbranchiformi | Cuchia |
Scorpeniformi | Scorfano, pesce pietra, ciclottero, sebaste, pesce scorpione, scazzone di fiume |
Pegasiformi | Pegaso |
Pleuronettiformi | Rombo, sogliola |
Tetraodontiformi | Pesce luna, pesce balestra, pesce istrice, pesce palla |
Perciformi | Cernia, branzino, dentice, pagello, orata, pesce pagliaccio, ghiozzo, pesce persico, ciclide, marlin, sgombro, pesce spada, triglia, tonno, barracuda, pagro |
Singnatiformi | Pesce ago, cavalluccio di mare |
Ciprinodontiformi | Ciprinodonte variegato, nono |
SCHEDE PESCI
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